Ottenere i soldi per gli straordinari non pagati potrebbe essere sempre più difficile, c’è un provvedimento che può generare non pochi problemi ai lavoratori.
È capitato certamente a tutti di soddisfare un’esigenza supplementare manifestata dal datore di lavoro e di restare più a lungo del previsto in azienda, con la consapevolezza che questo avrebbe poi permesso di ottenere un guadagno supplementare. Purtroppo, però, non sempre questo avviene, esistono diversi casi di lavoratori che si sono ritrovati con gli straordinari non pagati nonostante inizialmente ci fosse la promessa di ottenere quanto effettivamente previsto, così da rendere vano il sacrificio fatto prestando un servizio maggiore.
In casi simili ci sono state persone che hanno provato a far valere i propri diritti attraverso il supporto dei sindacati o una causa civile, anche se poi c’è stato chi ha effettivamente desistito dopo avere notato che la spesa da sostenere fosse maggiore del guadagno. Purtroppo, però, la prospettiva è tutt’altro che positiva per chi si trova in questa situazione a causa di una norma che potrebbe mettere in difficoltà non poche persone.
Le ingiustizie nel mondo del lavoro sono purtroppo ancora numerose, parlarne apertamente può servire a sensibilizzare sul problema ma non aita a diminuirle. E non ci riferiamo solo ai casi di mobbing, che portano il dipendente a subire soprusi veri e propri che possono influire sulla salute, ma anche al mancato rispetto dei diritti della persona, nonostante ci sia un contratto in essere che disciplina ogni aspetto.
Tra i problemi spesso segnalati ci sono quelli relativi agli straordinari non pagati, magari con la promessa di regolarizzare il prima possibile la situazione, ma senza che questo avvenga poi nei fatti. Rivendicare quanto spetta può ora diventare più difficile, se non impossibile, a causa di una norma che è stata da poco approvata e che ribalta parzialmente un provvedimento che era in essere fino a qualche tempo fa.
Finora la prescrizione dei crediti da lavoro (stipendi, straordinari, differenze retributive) iniziava a decorrere solo dopo la fine del rapporto lavorativo sulla base del desiderio di tutelare il lavoratore, ma adesso non è più così. Tutto può scattare quando il lavoratore è ancora in servizio, a condizione che l’azienda in cui è assunto abbia più di 15 dipendenti.
Inevitabilmente, una misura come questa può scoraggiare dalla possibilità di far valere i propri diritti e sperare che quest vengano riconosciuti. Qualora una persona non sia inquadrata in modo corretto o si renda conto di avere straordinari non pagati, potrà agire in un arco di tempo che non potrà essere superiore ai cinque anni, a partire dal mese successivo a quello in cui è nato il credito. Se non dovesse muoversi entro quella tempistica, potrà considerare il denaro che avrebbe dovuto ricevere perso.
C’è poi un altro aspetto da sottolineare nella norma, che non può che rivelarsi un altro strumento che danneggia i lavoratori. La prescrizione può essere interrotta attraverso una lettera di diffida inviata all’azienda, da quel momento avrà solo 180 giorni (sei mesi) per depositare ricorso in Tribunale.
Le opzioni da prendere in considerazione sono quindi due: una causa legale, con costi da sostenere e il rischio di perdere, e la scelta di non far valere i propri diritti per timore che questo si ripercuota sul rapporto con il datore di lavoro. Ancora una volta a farne le spese saranno i cittadini che lavorano con impegno, ma che si ritrovano a essere sfruttati e ad accettare tutto questo non avendo alternative all’orizzonte.
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