Negli ultimi tempi, sempre più persone stanno valutando strategie alternative per migliorare la propria situazione economica, anche in prossimità della pensione.
C’è un’opportunità, poco conosciuta ma in crescita, che consente a molti lavoratori di ottenere un aumento in busta paga senza cambiare ruolo o azienda. Non si tratta di un trucco né di un lavoro extra, ma di una possibilità prevista dalla normativa, pensata proprio per chi si trova in una fase delicata del proprio percorso professionale.

Questo metodo si sta diffondendo perché permette di sfruttare al meglio il tempo rimanente prima del ritiro definitivo. Ovviamente, ogni situazione è diversa e ciò che è vantaggioso per qualcuno potrebbe non esserlo per altri. È quindi fondamentale informarsi con attenzione e valutare ogni aspetto prima di prendere una decisione.
Come funziona il bonus per chi posticipa la pensione
Chi decide di continuare a lavorare anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione, come nel caso della quota 103 o dell’anticipo ordinario, può accedere a un incentivo economico interessante. Questa opportunità prevede che una parte dei contributi previdenziali, normalmente versati all’INPS, resti nella busta paga del lavoratore.
In particolare, il 9,19% della retribuzione lorda – che di solito viene trattenuto – viene invece restituito sotto forma di importo netto aggiuntivo. In pratica, si ottiene ogni mese uno “stipendio maggiorato” senza dover cambiare mansioni o ottenere promozioni.

Questa somma non è soggetta a tassazione, rendendo il beneficio ancora più vantaggioso. I contributi a carico del datore di lavoro continuano a essere regolarmente versati, contribuendo comunque a far crescere la futura pensione. Il risultato è un doppio vantaggio: guadagni immediati oggi e un assegno previdenziale potenzialmente più alto domani. Questa misura si rivolge in particolare a chi vuole restare attivo ancora per un po’ e cogliere un’occasione concreta per migliorare la propria situazione economica senza penalizzare il futuro.
Vantaggi, limiti e come decidere
Il vantaggio più immediato di posticipare la pensione restando al lavoro è l’aumento della liquidità mensile grazie al bonus in busta paga. Tuttavia, è fondamentale considerare che i contributi a carico del lavoratore non vengono versati all’INPS durante il periodo in cui si utilizza questo incentivo, cosa che può ridurre leggermente l’ammontare della pensione futura.
Dall’altra parte, continuare a lavorare consente comunque di accumulare contributi aggiuntivi versati dal datore di lavoro, oltre a beneficiare di un coefficiente di trasformazione più favorevole che cresce con l’età. Per esempio, andare in pensione a 67 anni anziché a 66 porta a un aumento del coefficiente applicato al montante contributivo, incrementando così l’importo dell’assegno mensile.
Oltre ai numeri, è importante valutare anche la propria situazione personale: motivazioni professionali, condizioni di salute e impegni familiari. Spesso può essere utile combinare questa scelta con una pensione integrativa per bilanciare eventuali perdite. Prima di decidere, rivolgersi a un patronato o a un CAF per simulare scenari diversi è la strada migliore. In sintesi, questa opzione è indicata a chi vuole più soldi subito, accettando un compromesso sul versamento contributivo personale.